SCATTA L'ALLARME NUTRIE

26 aprile 2020

Serena Stefani (Presidente CB2): “Anche con il COVID 19 interventi di urgenza per ripristinare la sicurezza delle opere. La prevenzione è indispensabile per ridurre il rischio idraulico e per contenere i danni ambientali connessi alla presenza di un numero massiccio di animali selvatici. Tenere la loro presenza sotto controllo con piani di contenimento e di delocalizzazione è urgente anche per le casse del Consorzio, che ogni anno paga a caro prezzo gli interventi di ripristino dei danni”

Con il lockdown le nutrie sono diventate una vera e propria emergenza. Anche nel comprensorio del Consorzio 2 Alto Valdarno, dove  la loro massiccia presenza  mina da tempo  la tenuta e la stabilità degli argini.

L’allarme, lanciato da ANBI, l’associazione nazionale dei Consorzi di Bonifica, ha pesanti risvolti nel territorio di competenza del CB2 che,   è stato costretto ad intervenire ripetutamente – anche durante l’emergenza sanitaria - per riparare i danni alle opere idrauliche prodotti da un numero di esemplari tutto in crescita.

In Valdichiana, in Valdarno, alla periferia di Arezzo: tanti sono stati i lavori urgenti, realizzati in queste settimane  per evitare il peggio.

La tane scavate da questi animali, prolifici e voraci, infatti, creano ampie e profonde voragini all’interno delle sponde e degli argini dei corsi d’acqua, causando  danni importanti alle opere.

Individuarle e ripararle in modo tempestivo è fondamentale. E spesso è una lotta senza fine, poiché le popolazioni tendono ad insediarsi sempre negli stessi punti.

Ogni anno questa battaglia si traduce in un impegno economico   sempre più pesante per il Consorzio che, in questi primi quattro mesi del 2020, complici anche un inverno mite e la scarsa presenza dell’uomo sul territorio, ha dovuto far fronte a un’autentica invasione, con uno sforzo economico e organizzativo davvero eccezionale.

“Nutrie fuori controllo possono provocare il  crollo degli argini e  un conseguente innalzamento del rischio idraulico, a cui è esposta tutta la comunità”, commenta la Presidente del Consorzio Serena Stefani. “Senza contare che la presenza massiccia di questi animali rappresenta un problema anche per l’ecosistema: lo scortecciamento degli alberi adiacenti alle tane, in prossimità dei corsi d’acqua, infatti indebolisce le piante fino alla morte e pregiudica l’habitat naturale, favorendone la colonizzazione da parte di specie aliene. Bisogna tenere infine conto che la riparazione dei danni causati dalle nutrie è una voce che diventa sempre più onerosa per il bilancio consortile”, aggiunge.

Di qui l’appello rilanciato da Stefani: “Il Presidente nazionale di ANBI Francesco Vincenzi ha chiesto di  non abbassare la guardia e di adottare politiche di prevenzione volte  a tutelare la sicurezza del territorio. Spero che questo messaggio venga accolto e condiviso anche in Toscana e nel nostro comprensorio dove è necessario un piano di contenimento delle nutrie e più in generale un piano di delocalizzazione di altre specie protette”.

 

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